GROENLANDIA, L’ISOLA DOVE NON ESISTE LA PROPRIETÀ
Non si tratta di utopia ma di pura realtà. Qualche volta, infatti, l’uomo riesce a stupire se stesso, anzi, in questo caso, i suoi simili, con un atto che nell’era del consumismo sembra del tutto rivoluzionario. Per averne conoscenza, però, bisogna fare un lungo viaggio fino ad arrivare in Groenlandia, dalle parti del Polo Nord insomma. Per intenderci, ghiacciai alti decine di metri, chili di vestiario, iceberg, foche e iglù.
Qui la gente per indicare la propria casa non utilizza l’aggettivo possessivo, definendola appunto la “mia” casa, ma la proprietà viene determinata con il solo termine “casa”. Anche per presentare la propria moglie o il proprio figlio non si usa mai il possessivo perché una moglie o un figlio sono degli esseri umani che non si “possiedono”. Proprio come la “casa”, che è casa per tutti perché vista come un luogo di riparo e protezione e non come un bene materiale. Ogni abitazione non viene chiusa a chiave ma lasciata aperta perché in Groenlandia la criminalità, quasi, non esiste.
Gli unici atti criminosi sono quelli compiuti dagli ubriachi, persone che bevono solo per riscaldarsi e finiscono poi per aver esagerato ritrovandosi per strada a barcollare. Questi individui capita che commettano, ogni tanto, piccoli crimini come furti o limitati atti di violenza. Appena passa la sbornia però sono loro stessi a presentarsi al comando della zona per autodenunciarsi o restituire la refurtiva.
Se un automobilista incontra sul proprio tragitto una pozzanghera e, per sbaglio, bagna un passante è costretto a sborsare un corrispettivo di circa 500 euro per pagare la multa che gli viene fatta. E non si scappa visto che gli abitanti sono pochi e ci si conosce tutti. Comprese le targhe dei veicoli.
L’economia del Paese è, per via delle condizioni climatiche, stagnante. Prima delle campagne di Greenpeace, si esportavano carni e pelli di foca. Adesso è diventato quasi impossibile pure cacciarle. Eppure senza la preziosa carne di questo animale la gente muore letteralmente di fame. Quando, infatti, non si riesce a cacciare le foche, interi nuclei familiari sono costretti al digiuno per settimane.
I viveri che si riescono a comprare sono pochi perché ogni cosa arriva principalmente in aereo dalla Danimarca, quando le condizioni climatiche sono delle migliori. La gente del luogo è abituata a sopravvivere con quello che riesce a recuperare, senza lamentarsi e accontentandosi.
Le temperature rigide costringono, durante il periodo, si fa per dire, invernale a rintanarsi nelle case, trascorrendo il tempo guardando la tv, ascoltando la radio o giocando a ping pong.
Se poi, arriva il “caldo”, ovvero circa 3 gradi sopra lo zero, allora è tempo di uscire fuori per passeggiare nell’unica strada disponibile, ammirando le più belle sculture esistenti plasmate dai venti e dall’oceano.
Posso andare a viverci ?