La Straniera

INDIA: 6.000 DONNE UCCISE OGNI ANNO PER DOTE

La tradizione indiana vuole che si dotino le spose per compensare il fatto che, alla morte del padre, non hanno diritto ad alcuna eredità. Nelle famiglie più povere i genitori, spesso indebitati già dall’organizzazione del matrimonio, arrivano a non poter fare più fronte alle pressanti richieste e la vita delle giovani donne diventa solo un peso di cui sbarazzarsi. Quando un padre smette di pagare il suo “debito” per la figlia, infatti, i suoceri talvolta la uccidono per permettere così al figlio di risposarsi con una donna più ricca.
Ogni giorno diciassette ragazze vengono uccise perché i loro genitori non riescono più ad accontentare le richieste dei consuoceri, si pensa anzi che il numero di ragazze assassinate sia anche più elevato, ma è quasi impossibile stabilirlo con precisione dato che la maggior parte dei delitti viene denunciata come “morte dovuta a incidenti domestici” (una tecnica ben collaudata consiste, ad esempio, nel cospargere di benzina la giovane donna mentre è ai fornelli).
Anche se il Dowry Prohibition Act, la legge che vieta in India l’estorsione coniugale, è in vigore da quasi cinquant’anni, da allora almeno 200.000 donne sono morte per non aver corrisposto il prezzo pattuito con la famiglia del fidanzato. Nel 1995 il National Crime Bureau of the National Government of India certificava una media annuale di 6.000 “doti letali”, ma due anni dopo i rapporti di polizia parlavano già di un incremento del 170% e le stime ufficiose segnalano altre 20.000 vittime all’anno di “incidenti di cucina” sui quali nessuno apre un’inchiesta.
Si stima che in India il 45% delle donne sposate subisce violenze fisiche e morali dal marito. I movimenti femministi hanno denunciato le atrocità private che avvengono all’interno delle famiglie con lo scopo di renderle pubbliche, facendo appello alla responsabilità dello Stato che ha il compito di emanare leggi che vietino la morte per dote.
Nel 2001 il governo ha celebrato il Women’s Empowerment Year, l’anno dell’aumento del potere delle donne e negli ultimi mesi del 2003 sono riprese in India manifestazioni e iniziative di massa contro il fenomeno della dote.
A Bangalore, la Sylicon Valley indiana, si è formato il gruppo di Vimochana, Associazione di tutela del diritto della donna, che, cercando di contrastare perlomeno l’omertà, ha scoperto che generalmente la polizia interroga le vittime agonizzanti davanti al marito o ai suoi parenti. I casi più gravi, quando finiscono in tribunale, sono trattati come omicidi preterintenzionali. Quando una ragazza si sente minacciata non può neppure rifugiarsi dai genitori, perché è considerato uno scandalo che una figlia ritorni a casa. Le uniche speranze delle donne restano allora alcune associazioni che possono aiutarle per qualche giorno, indirizzandole verso una famiglia, anche se tutto questo costa molto e questo tipo di associazioni vive solo di contributi volontari.

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