La Straniera

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This article was written on 04 Mar 2014, and is filled under Senza categoria.

SIBERIA, UN VIRUS RIVIVE DOPO LO SCIOGLIMENTO DEI GHIACCI

 

Gli scienziati della Siberia trovano pane per i loro denti quando la sua tundra si trasforma gradualmente in permafrost, seppellendo animali e altri organismi nel ghiaccio. Dopo la ricerca delle cellule vitali di mammut che vorrebbero utilizzare per clonare le specie considerate ormai estinte, adesso un team di ricercatori francesi e russi si sta imbattendo in una sfida sorprendente: far rivivere un virus nuovo alla scienza “intrappolato” nel permafrost, tra i ghiacci della Siberia, per più di 30mila anni.
“E’ abbastanza impressionante riuscire a tirare fuori un virus che ha 30mila anni di età e continua a crescere”, ha dichiarato al New York Times Scott O. Rogers della Bowling Green State University, che non è stato coinvolto nella ricerca. Il virus scongelato infetta l’ameba, animale unicellulare dal protoplasma che cambia facilmente forma. Per gli esseri umani questo virus non rappresenta una minaccia, anche se è possibile che i virus che causano malattie possano essere in agguato nel permafrost.
Il nuovo virus è stato scoperto da un gruppo di ricercatori guidati da Chantal Abergel e Jean-Michel Claverie, una squadra composta da marito e moglie dell’Aix-Marseille University in Francia. Entrambi i medici sono cacciatori di nuove specie di cosiddetti virus giganti.
I virus comuni sono piccoli e hanno pochi geni. Il virus dell’influenza, per esempio, ha 13 geni ed è di circa 100 nanometri. Ma i virus giganti, che tipicamente infettano amebe, possono essere 1000 volte più grandi e hanno più di 2,500 geni.
E’ la prima volta che ricercatori scoprono un virus gigante nel permafrost. Il 60% del suo contenuto non assomiglia a nient’altro presente sulla terra. Soprannominato “pithos”, il virus agisce attirando le proprie prede per poi assorbirne le sostanze. Così si trasforma in una vera e propria fabbrica per la produzione di nuove copie del virus stesso.
La scoperta potrebbe essere rivoluzionaria per sue potenziali implicazioni per la teoria evolutiva.
(foto fonte: The New York Times)

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