Un po’ romantico lo sarà di certo Hiroichi Kimura, l’agricoltore che ha pensato di coltivare angurie sperimentando una nuova forma rispetto alla classica tondeggiante: quella di un cuore. L’idea è scaturita a seguito di una chiacchierata scherzosa durante la quale il vicino del coltivatore giapponese fantasticava sulla possibilità di poter mangiare un’anguria a forma, appunto, di cuore.
Così il contadino della prefettura di Kumamoto si è messo a sperimentare varie modalità di coltivazione, con diverse condizioni ambientali e differenti tipologie di terreno, per ottenere il risultato sperato. L’uomo si è cimentato anche nella costruzione di alcuni “stampi” con l’obiettivo di ottenere, nonostante numerosi fallimenti ed errori, la forma desiderata ma anche un gusto che fosse ottimo. Come lui stesso ha spiegato: “Voglio che i miei clienti mangino qualcosa di delizioso”.
Quest’anguria speciale a forma di cuore è considerata una vera e propria opera d’arte, e non soltanto in bellezza. Il suo costo si aggira intorno ai 250, 300 euro a pezzo. Il frutto è diventato, sia per la sua forma sia per il suo valore, un regalo che spopola tra le coppie di innamorati perché non soltanto rappresenta un pensiero romantico per la cultura nipponica ma soprattutto perché in Giappone la frutta è considerata quasi un bene di lusso.
Quando, ad esempio, si è invitati a una cena importante, è consigliabile donare un frutto perché ritenuto un cibo prelibato. La frutta ha una connotazione culturale perché identificativa ed emblematica a livello sociale. È abitudine nipponica, infatti, portare frutta fresca in un bel cestino sapientemente confezionato come regalo a casa di amici e parenti o usarla per fare sfoggio della propria ricchezza, cosa che ha portato i giapponesi a ricercare soluzioni sempre più stupefacenti e bizzarre per stupire gli altri. Proprio come ha fatto Kimura.
Se si entra in un reparto ortofrutticolo di un supermercato giapponese, si può constatare che i prodotti non sono venduti con il prezzo al chilo, ma a pezzo, quindi si paga per una singola mela, o una coppia di cachi o un grappolo d’uva e così anche un’insalata o un cavolfiore. Questo è possibile perché gli esemplari singoli hanno, circa, lo stesso peso. Frutta e verdura sono bellissime, perfette, gustose e impacchettate con cura e sono vendute a un prezzo molto elevato.
Per esempio, un bel grappolo d’uva di prima scelta si trova a non meno di sei euro, stesso costo che possono avere tre fichi, mentre un melone può esser venduto addirittura a quaranta euro, le carote o i cavoli si possono pagare più di due euro. Eppure la terra adibita alla coltivazione non è poca come si potrebbe credere, vista la montuosità del territorio, ed è ricca e ben innaffiata dalle frequenti piogge.
Il motivo del prezzo elevato è che dietro alle pere rotonde (in Giappone hanno tale forma) e alle arance dolci e succose ci sono studio, ricerca e mani nipponiche che si fanno pagare stipendi da primo mondo. Da sottolineare che i frutti mentre crescono sulla pianta vengono incartati, protetti dalle intemperie uno a uno e ne viene controllato il grado zuccherino che talvolta è riportato al momento della vendita sul cartellino espositivo.
A proposito della frutta di importazione dall’Africa o dall’America meridionale, nel Sol Levante accade di trovarla a buon mercato, perché a influire non è tanto il costo del trasporto, quanto quello della manodopera che in quelle terre è molto bassa, per cui le banane, per esempio, costano poco.
La frutta, in Giappone, fa pensare davvero a quella dell’Eden: succosità dolce e intensa, aspetto attraente, perfetto nel colore e nella forma. Che può anche essere quella romantica di un cuore!
(Fonti: youtube.com – treedom.net – viaggiappone.com)
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