Stanno diventando sempre più forti i trafficanti di droga in Siria. A quattro anni di distanza dall’inizio della guerra, la loro potenza si sta accrescendo sempre di più in Medio Oriente. A facilitare la loro attività è l’instabilità politica e l’assenza di un apparato di sicurezza stabile che consente agli spacciatori una maggiore libertà d’azione nel mercato nero e nello smistamento delle droghe pesanti nel territorio siriano e non solo.
In Siria viene prodotta un’anfetamina molto particolare chiamata Captagon che è poi venduta in Arabia Saudita e in altri Paesi del golfo Persico. La cosiddetta “pillola dell’orrore” rappresenta un concentrato di coraggio sintetico che riduce anche la soglia di fatica. Il Captagon è la droga sintetica che sta devastando il mondo islamico, tanto da diventare una nuova “piaga sociale” perché regala uno stato d’eccitazione tale che “si sgozza e si massacra con il sorriso sulle labbra e il vuoto nella testa”, come ha scritto il Giornale nel dicembre scorso.
Assumendo una pillola di Captagon si è sostanzialmente privati di ogni facoltà mentale, messi nelle condizioni di compiere qualsiasi atrocità senza pensare alle conseguenze. E’ anche uno stimolante in grado di far sopportare il dolore, togliere sonno, appetito e dare l’energia necessaria a combattere a lungo.
Comprarne una pasticca costa attorno ai 7 euro e gli attivisti siriani raccontano che il consumo è cresciuto tra i civili: qualche ora di euforia per provare a dimenticare la guerra. I soldati prendono il Captagon per reggere i turni di guardia notturni o prima di andare in battaglia per non sentire la paura.
Il Captagon è il nome commerciale di un farmaco proibito negli anni Ottanta che veniva prescritto ai ragazzini affetti dal disturbo da deficit d’attenzione e iperattività. Le tavolette da spaccio, tipo ecstasy, hanno mantenuto lo stesso nome e lo stesso componente (la fenetillina) e sono popolari in Kuwait, a Dubai e in Arabia Saudita. Uno studio, condotto nel 2005 da Alabdalla MA per Forensic Science International su 124 lotti di Captagon sequestrati, ha rivelato che la vecchia pillola ha subito un’evoluzione. Il Captagon 2.0 è un composto ancora più potente, un cocktail devastante di stimolanti, antibiotici e vasodilatatori. I giovani del regno consumano un terzo della produzione mondiale che è concentrata tra Libano e Siria. Nel 2013 i poliziotti di Beirut hanno sequestrato oltre 12 milioni di pasticche e hanno intensificato le operazioni contro i clan.
Prima dell’inizio della guerra civile, la maggior parte di queste pasticche destinate al mercato saudita e agli altri Stati del Golfo erano prodotte in Europa orientale in zone come la Bulgaria e la Polonia e poi viaggiavano attraverso la Siria, la Turchia, la Giordania e il Libano. In passato, proprio il Libano, è stata un’area di produzione di droghe grazie alla presenza radicata di narcotrafficanti.
Nei territori libanesi, egiziani e iracheni, che rappresentano importanti scali intermedi per le droghe in transito verso il Golfo, non ci sono forze di polizia adeguate. Il giornalista libanese Fidaa Itani racconta che, grazie alla corruzione dilagante, una nuova classe di “mafiosi” mediorientali riesce ad assicurarsi che i suoi carichi di droga non siano sequestrati. “Per corrompere un agente della dogana turca ormai basta un pacchetto di sigarette”, sostiene Itani. In Iraq, invece, “i veicoli dell’esercito vengono affittati alle milizie e ai combattenti per 4mila dollari al giorno”. Ciò significa che, nonostante i sequestri di droga, la mole di Captagon che attraversa questi Paesi è molto alta e che la combinazione di minacce alla sicurezza, instabilità e corruzione ha reso le forze di polizia del tutto inefficaci.
Nel 2004 la quantità di anfetamine, come il Captagon e le sue contraffazioni, sequestrata in Medio Oriente ha superato quella requisita in tutta Europa e lo stesso è accaduto negli anni successivi. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, nel 2011 l’Arabia Saudita era il primo Paese nella classifica globale dei sequestri di anfetamine: quell’anno le autorità del regno ne hanno intercettate undici tonnellate, pari al 58% di tutti i sequestri compiuti in Medio Oriente e al 37% di quelli effettuati nel mondo. Dall’ultimo Rapporto mondiale sulla droga si evince che in Medio Oriente continuano a essere sequestrate grandi quantità di anfetamine, in particolare in Giordania, Arabia Saudita e Siria.
Secondo Itani, le diverse fazioni coinvolte nella guerra civile siriana si accusano reciprocamente di somministrare anfetamine ai propri combattenti o di partecipare al narcotraffico per guadagnare i soldi necessari ad acquistare nuove armi.
Gli spacciatori potrebbero espandere la loro rete all’estero. Difficile controllare il fenomeno perché non c’è modo per intervenire all’interno della Siria. Per questo motivo, il problema è destinato ad aggravarsi. Scarsa e poco diffusa è la lotta al traffico di queste sostanze.
(Fonti: Internazionale – dagospia.com – archiviostorico.corriere.it – tuttoilresto.altervista.org – 60pages.com/captagon)